Nella calura soffocante dell'estate, all'interno delle mura della Casa circondariale di Bellizzi Irpino, le celle si trasformano in veri e propri inferni di cemento, dove il calore intenso si somma all'affollamento, rendendo la vita dei detenuti una prova estenuante di resistenza psicofisica. In questo contesto, gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidio diventano purtroppo frequenti, sintomi estremi di un disagio che fatica a trovare ascolto e qualche sollievo.
Oggi pomeriggio, la responsabile regionale dell'Osservatorio Carcere Campania, l'avvocato Giovanna Perna, si è trovata di fronte a uno di questi drammatici accadimenti vivendo in prima persona un evento carico di tensione. Nel mentre camminava lungo il percorso che la conduceva nella sezione ove sono ubicate le classi all’interno della quale ad attendere Lei ed il dott.Centomani già Direttore del CGM Campania, c’erano alcuni ospiti della struttura, per parlare di Giustizia riparativa, in prossimità dell’ingresso che porta al corridoio impregnato di umidità, in considerazione delle elevate temperature, e tensione, è stata testimone di una scena cruda: un detenuto, un uomo dal fisico robusto e dall’aspetto poco rassicurante, con un corpo pieno di tatuaggi, stava arrecando ferite profonde al suo braccio con una lametta, il sangue scorreva copioso sul braccio sinistro e sul rialzo di cemento in prossimità di uno degli ingressi che porta all’interno delle sezioni, attorno a lui, un gruppo di agenti penitenziari pur consapevoli della minaccia che il detenuto rappresentava per loro, tentavano freneticamente di dissuaderlo, cercando di evitare ulteriori danni anche a se stesso.
La scena era di un'intensità emotiva straordinaria, la paura era palpabile, non solo per la concreta possibilità che si scatenasse una violenza fisica, ma per l'evidente sofferenza psicologica del detenuto, un'anima tormentata, intrappolata in una spirale di rabbia e disperazione dove oltre al linguaggio farneticante, brandiva la lametta contro sé stesso e minacciando gli agenti antistanti.
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irpinianews.it da Redazione online - 10 Aprile 2024
OSSERVATORIO CARCERI: PERNA RICONFERMATA RESPONSABILE REGIONALE
AVELLINO – Una riconferma “guadagnata” a suon di sopralluoghi, visite nei penitenziari, dibattiti sulle condizioni delle carceri, iniziative che hanno coinvolto enti e anche personaggi chiave della politica e della battaglia per i diritti dei detenuti, ultima in ordine di tempo Rita Bernardini.
C’è prevalentemente questo dato alla base delle scelta da parte dell’Unione Camere Penali Italiane di riconfermare al vertice dell’Osservatorio sulle carceri in Campania la penalista irpina Giovanna Perna.
E’ affidata a lei dunque, anche per il prossimo mandato, la guida dell’Osservatorio sulle carceri, l’organismo che ormai da quindici anni vede gli avvocati impegnati a vigilare sulle condizioni degli istituti di pena, ma anche le strutture come l’Icam di Lauro e soprattutto le Rems.
Per la professionista irpina si tratta di una sostanziale promozione ed un riconoscimento del lavoro che ha portato avanti nella prima parte della sua attività.
Notevole l’attività che l’Osservatorio ha portato avanti in tutta la provincia di Avellino. Le carceri di Belllizzi Irpino, Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi. Si tratta, in questo periodo ed in particolare dal Covid, di un momento molto delicato per la stessa organizzazione delle carceri, una fase non certo facile che dura ancora oggi.
La Perna è stata molto impegnata a fare rete, in questi anni, con tutti i soggetti istituzionali per affrontare le criticità del sistema.
Eduardo De Filippo, nominato senatore a vita dal presidente Sandro Pertini, il 23 Marzo del 1982, fa un suo primo ed intenso intervento in Senato, per presentare la sua interpellanza sull’ Istituto Filangieri di Napoli, allora luogo di detenzione per ragazzi minorenni.
Nonostante sia alla fine della sua vita e molto malato, Eduardo continua a dedicarsi ai suoi “scugnizzi”, che considera “ragazzi che a causa di carenze sociali, hanno dovuto deviare dalla retta via…”, con i quali da anni, svolgeva attività teatrali.
Lo scorso anno, Papa Francesco, nonostante camminasse sorreggendosi ad un bastone, è stato nel Carcere Minorile di Casal del Marmo, per fare la tradizionale lavanda di piedi pasquale, a 12 giovani detenuti, asciugando e baciando i loro piedi, come aveva fatto Gesù nell’ Ultima Cena.
Due figure storiche del nostro tempo, da sempre, hanno dedicato uno sguardo attento ed amorevole, a chi è privato della libertà personale. Usando la propria iconica immagine per concentrare l’ attenzione su di un grande problema, divenuto enorme, nel tempo.
Al 31 Gennaio di questo anno, la popolazione carceraria Italiana è di oltre 60mila unità, tra uomini, donne e stranieri. I dati ufficiali, ci dicono, inoltre, che i Minori detenuti hanno raggiunto nel 2023, la cifra più alta degli ultimi 15 anni: 1.143.
Come si può facilmente immaginare, per chi vive una realtà di detenzione, i periodi di festa, vissuti dalla maggior parte dei cittadini, come momenti di gioia e condivisione, con amici e parenti, sono vissuti, per loro, come momenti di acutizzazione della propria solitudine e della mancanza della propria famiglia.
EMME24 ha affrontato questi ed altri problemi relativi alla difficile realtà sociale delle Carceri, intervistando l’ avvocata Giovanna Perna, del Foro di Avellino, già esperta di Diritto Penitenziario, e già Responsabile Osservatorio Carceri, inoltre, componente del Tavolo di Esperti, del Garante Nazionale delle Persone private della Libertà Personale.
L’ avvocata Perna affronta questo argomento in maniera diretta, riportando i gravissimi dati relativi ai suicidi di detenuti: 24 morti dall’ inizio dell’ anno 2024 ad oggi.
Ai quali si aggiungono i dati relativi ai suicidi degli Agenti della Polizia Penitenziaria, anch’ essi in aumento. Le agenzie di stampa, infatti, hanno parlato dell’ ultimo suicidio di un agente penitenziario, avvenuto il 4 Marzo scorso, ad Ariano Irpino. Le cause di tutte queste scelte estreme, sono da ricercare nelle insostenibili condizioni di vita e di lavoro, all’ interno di tutte le Carceri Italiane.
L’ avvocata Perna ha partecipato alla presentazione del libro dello scrittore Livio Ferrari, tenutosi lo scorso 15 Marzo, presso il Santuario del Ss. Rosario di Avellino: “Il Carcere in Italia oggi. Una fotografia impietosa”.
L’ incontro è stato organizzato dalla Caritas Diocesana di Avellino e dal Garante dei Detenuti, Carlo Mele.
Come sosteneva già tanti anni fa, il senatore Eduardo De Filippo, anche Livio Ferrari è convinto che per risolvere il problema delle Carceri, non solo in Italia, sia necessario un cambiamento radicale, a livello Sociale, per cercare di costruire un Mondo Migliore e più giusto, insieme…
Giovanna Perna condivide pienamente queste analisi “Utopiche”, ma, anche se non sono realizzabili in tempi brevi, è importante che si inizi a lavorare tutti andando nella stessa direzione: modificare radicalmente la realtà detentiva, che oggi rappresenta una situazione insostenibile ed esplosiva…
“E’ importante ridurre la conflittualità tra le persone e richiamare tutti ad affrontare le proprie responsabilità”, afferma la nostra esperta, che dà anche indicazioni fattibili, per tracciare un percorso di ribaltamento delle attuali situazioni detentive: la Giustizia Riparativa.
Cosa si intende per Giustizia riparativa? La frattura che avviene al momento del reato fra vittima ed autore, ingenera reazioni di odio difficilmente sanabili. Per questo bisogna attivare percorsi di riconciliazione e di pace che servono sia alla vittima che all’ autore del reato. Nasce, quindi, la necessità della riabilitazione e della sicurezza sociale, usando strategie mirate.
Emme24 ringrazia l’ avvocata Giovanna Perna per il suo notevole impegno sociale e per le sue tante competenze, usate per aiutare gli altri e dare loro una speranza di cambiamento in positivo. Fra pochi giorni festeggeremo la Pasqua, che per i Cristiani significa “Resurrezione – Rinascita”, per gli Ebrei il termine Pesach, significa “Passaggio”, dalla schiavitù in Egitto, alla Libertà.
Qualunque interpretazione si voglia dare a questa festa, noi auguriamo Pace e fine dei conflitti in Palestina ed ovunque nel Mondo.
E rispetto e dignità per tutti gli Esseri Umani…
Mediatore - Facilitatore
Centro di Giustizia Riparativa di Avellino
E’ stato sottoscritto a Palazzo Caracciolo il protocollo d’intesa con il quale si istituisce, presso la ex Caserma Litto al Corso Vittorio Emanuele di Avellino, il Centro di Giustizia riparativa – mediazione e di aiuto alle vittime di reato, denominato “Il Lampione della Cantonata”. A firmare l’accordo il presidente della Provincia, Rizieri Buonopane, il dirigente del CGM – Centro Giustizia Minorile per la Campania, Giuseppe Centomani, il Garante Provinciale dei diritti delle persone con limitazione della libertà personale e direttore della Caritas diocesana di Avellino, Carlo Mele, la direttrice dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterna, Barbara Salsano, alla presenza dell’avvocato Giovanna Perna, che svolge ruolo di mediatore/facilitatore.
Tra le altre finalità del Centro, figura la promozione di interventi per la gestione dei conflitti ed un servizio di aiuto alle vittime, con l’intento di favorire interventi tesi a ristabilire la sicurezza ed il legame sociale, riducendo il livello di conflittualità e violenza presenti nel contesto locale.
Il Centro ha come compiti l’attivazione di interventi di giustizia ristorativa e, in particolare, la possibilità per gli utenti di usufruire della mediazione vittima-autore di reato. Avvia, inoltre, forme di giustizia riparativa e di mediazione penale nell’ambito nei percorsi trattamentali predisposti per soggetti in regime di una misura alternativa alla detenzione o probativa, ponendo al centro la vittima e le sue prerogative di tutela e di protezione da ogni rischio.
“Con questa iniziativa – dichiara il presidente Buonopane – anche in Irpinia si attiva un percorso che consente, come previsto dalla normativa, di adottare misure alternative per chi commette determinati reati e di tutelare le vittime. Ringrazio i sottoscrittori di questo protocollo e quanti lavoreranno per portare avanti il progetto”.
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“La giustizia minorile in Italia – sottolinea il dirigente Centomani – sta puntando ad attività volte alla promozione della qualità della vita nei contesti del mondo giovanile. Fra queste attività vi è la mediazione penale come modello extragiudiziale di intervento con i minori dell’area penale. Tale modello si pone come obiettivo il superamento dei conflitti generati dal reato e l’individuazione della soluzione degli effetti del reato sulle vittime”.
“Questo modello – rimarca la direttrice Salsano – rappresenta un ulteriore e prezioso contributo per far maturare la consapevolezza del reato commesso. Ciò significa maggiore responsabilizzazione e abbattimento della recidiva”.
“Lo spirito di questa iniziativa – spiega il garante Mele – è quello di evidenziare che esistono anche altre modalità di detenzione. Spesso ci si dimentica di coloro che hanno subito il reato. In questo modo si favorisce un incontro tra le parti per una riconciliazione”.
“Con la giustizia riparativa – aggiunge l’avvocato Perna – le vittime di reato vengono considerate non soltanto soggetti da assistere, proteggere e avvicinare con rispetto e compassione, come accade attualmente nelle aule dei tribunali, ma anche esseri umani capaci di partecipare attivamente con gli autori di reato e l’intera collettività, a forme di giustizia dialogico-consensuale aperte ad ospitare gesti di riparazione materiale e simbolica”.
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